Lunedì 16 giugno alle ore 17.30 presso gli Ambulatori della Misericordia di San Casciano in Val di Pesa ci sarà l’inaugurazione ufficiale del nuovo ambulatorio oculistico “Claudio Pontremolesi”.
Una strumentazione completamente rinnovata e all’avanguardia a disposizione di tutta la cittadinanza resa possibile grazie alla generosa donazione da parte dell’associazione in memoria di questo membro attivo della comunità sancascianese nonché storico dirigente dell’azienda vitivinicola “Marchesi Antinori”.
Con l’occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare la moglie di Claudio Pontremolesi, la Dott.ssa Laura Alcaro che ci ha aperto le porte dei suoi ricordi e di una vita trascorsa assieme al marito nel segno di valori profondi e condivisi.
Laura Alcaro parla del marito Claudio Pontremolesi con affetto profondo e commozione: il ritratto che ne emerge è quello di una persona onesta, rispettosa, impegnata. Un uomo capace di costruire legami veri, tanto nella sfera privata quanto in quella professionale.
Agronomo, dipendente dell’azienda vitivinicola Marchesi Antinori, Claudio si era trasferito con la famiglia da Orvieto a San Casciano in Val di Pesa, dove ha trovato una comunità che li ha accolti e con cui ha condiviso i propri valori fondamentali: rispetto, mutualità, solidarietà.
«Questi valori – racconta Laura – sono diventati quelli della nostra famiglia, e me ne sono accorta nel momento più difficile, quello della scomparsa di Claudio. Le persone ci sono state vicine in modi che mai avrei immaginato: amici, colleghi, ma anche semplici conoscenti. È stato in quel momento che ho capito quanto mio marito fosse riuscito a lasciare un segno. Quell’affetto, quella rete di persone che ci hanno sostenuto, la chiamo la nostra rete di salvataggio.» È proprio da questo tessuto affettivo e comunitario che nasce l’idea – spontanea, quasi simultanea tra più amici – di fondare un’associazione in sua memoria. «Volevamo evitare che il ricordo di Claudio e dei suoi valori andasse perso. E ci siamo accorti che non eravamo soli: tante persone hanno aderito, partecipando con entusiasmo alle iniziative, alle cene solidali, ai progetti rivolti al territorio.»
L’associazione ha infatti raccolto fondi per sostenere famiglie in difficoltà, contribuire all’istruzione di bambini e ragazzi, potenziare le risorse delle realtà locali impegnate nel campo della salute. Tra le iniziative, l’acquisto di defibrillatori per Montefiridolfi e per le associazioni sportive, e l’acquisto di un mezzo per la Misericordia di Mercatale, utile per accompagnare le persone in ospedale. Il legame con la Misericordia di San Casciano è diventato un caposaldo del lavoro dell’associazione. «Abbiamo pensato che, pur avendo risorse limitate, potevamo fare la nostra parte per aiutare una realtà che incarna quel sostegno reciproco alla base del Terzo Settore. Collaborare con chi, come la Misericordia, opera sul territorio in modo così concreto, ci è sembrato naturale.
I fondatori hanno voluto così continuare la strada dell’impegno civile e morale: rafforzare le collaborazioni locali e costruire una rete solidale tra chi si occupa di curare e donare.» Ma il dono non è solo qualcosa che va verso l’altro. È anche un gesto che trasforma chi lo compie. «Donare fa bene, agli altri ma anche a sé stessi. Non è utilitarismo: è memoria viva.
Sono sicura che, se Claudio fosse ancora qui, avrebbe fatto la stessa cosa. Io faccio l’insegnante, sto a contatto con i ragazzi e credo profondamente che donare sia anche e soprattutto un atto educativo. Significa mostrare ai giovani un altro modo di essere cittadini: attivi, responsabili, generosi.» E proprio da qui nasce il senso del titolo che accompagna questa intervista: vedere meglio il domani. «Per me vedere ha un significato profondo: significa guardare davvero, andare oltre l’apparenza.
Vuol dire creare connessioni autentiche, che sono poi ciò che fonda una comunità. Legami di solidarietà che ci fanno sentire meno soli. E speriamo che l’ambulatorio nato grazie a questa iniziativa possa ispirare altre organizzazioni, affinché si moltiplichino i servizi, le possibilità, i gesti e gli esempi virtuosi.»
Parlando poi del valore e dell’importanza del Terzo Settore, Laura Alcaro ci offre uno spunto importante. «Oggi le istituzioni, per varie ragioni, non sempre riescono a rispondere ai bisogni dei territori. Il Terzo Settore, invece, arriva dove altri non arrivano. È vicino alle persone, le conosce, le ascolta. Dovremmo chiamarlo Primo Settore, per l’importanza che ha. Chi, come me, ha trovato conforto in una realtà come la Misericordia, sa quanto siano preziose queste reti umane. In Toscana siamo fortunati: c’è un tessuto associativo molto più attivo rispetto ad altre regioni. A San Casciano, la Misericordia è un riferimento tanto quanto il sistema sanitario regionale.»
Infine, un messaggio che è anche un invito: «Donare deve partire da dentro, ma è qualcosa che si può anche imparare. Si crea una rete di protezione, una rete che tiene. Chi può donare ha, secondo me, quasi il dovere morale di farlo. Le istituzioni e le imprese dovrebbero sostenerlo, perché ciò che si dà alla comunità, in qualche forma, torna sempre. È una rete che salva.»